Appassionato e scrittore di ciclismo. Tra i suoi lavori “Scrittori della bicicletta” e “Da Coppi a Merckx“. Aveva 95 anni.

Nello Bertellini non c’è più, è scomparso il 23 aprile. Con noi, a Milano dove abitava in via Pellegrino Rossi 36 con la moglie Vanna Gandini, 88 anni sposata 64 anni fa e, poco distante, la figlia Mara, il genero Giorgio Marco Ceroni, la nipote Silvia, i soli che, come in tutti i funerali di questo maledetto periodo di pandemia che stiamo attraversando, l’hanno accompagnato, lunedi 27 aprile, dall’Ospedale di Niguarda al Cimitero di Bruzzano, senza passare da casa. Era all’Ospedale dal 4 Aprile per una febbre sfociata in quella polmonite tipica di tutte le vittime del Coronavirus che non sono riuscite a guarire.

Aveva 95 anni. Era nato a Palidano, frazione di Gonzaga (Mantova). Per esigenze di lavoro del padre ferroviere s’era trasferito poi con la famiglia a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza). Poi il ritorno in Lombardia per esigenze proprie di lavoro dove s’è fermato anche in pensione.

Nello Bertellini non c’è più, ma rimane vivo nella rete di chi l’ha conosciuto e di chi l’avrebbe voluto conoscere prima (come Nino Viezzoli in un profilo che gli fece nel ’96) per apprezzarlo più a lungo come “ (…) gran signore, generoso, schivo, quasi timido, educato di un’educazione che ormai non è più di questi tempi, persona di vasta cultura edi molteplici interessi (…) ”. O come me che l’ho conosciuto negli anni 80 quando abitava a Bresso (Milano) e ho potuto disporre del suo 2° volume curato dedicato al ciclismo: “Scrittori della bicicletta”, Vallecchi ed. 1985, antologia di prose, poesie e opere grafiche, di grandi autori del passato anche dimenticati e autori contemporanei alcuni conosciuti di persona.

Volume che m’è servito come passaporto per entrare più facilmente nelle scuole elementari e medie per parlare della storia della bicicletta, di letteratura del ciclismo, organizzare qualche evento, premiare chi non si fermava solo al pedalare. Un’ antologia apprezzata anche dagli adulti, per tanti loro ricordi contemporanei scritti bene da letterati coi fiocchi.

Era la sua seconda ricerca. Che seguiva la prima: “Da Coppi a Merckx“ ed. Landoni 1977. Due ricerche che meriterebbero d’essere ristampate, se esaurite. Ne aveva in programma una terza “Ciclismo di ieri e di oggi attraverso i suoi maggiori protagonisti” come m’informava anticipandomi il titolo provvisorio e la prefazione in una lettera del 1989 ma che probabilmente sarà scoperta tra “gli incompiuti” nell’immenso suo archivio di libri, studi, memorie, collaborazioni, letture che ha lasciato in eredità a chi è rimasto, non solo come patrimonio, ma anche da finire di mettere a posto.

Una passione per il ciclismo che l’aveva indirizzato perfino nella scelta delle vacanze al mare, osservata per tutti gli inverni dal 1980 al 2014. Sulla Riviera Ligure, frequentata dai ciclisti e dalle corse che incominciarono ad appassionarlo dal 1935, quando per la prima volta col padre andò in bicicletta a vedere passare il Giro d’Italia. Da lì prese il via il desiderio di conoscere storie di corse e campioni, raccontarle da scrittore e raccoglierle da infaticabile lettore.

Una passione per il ciclismo riconosciuta anche sul lavoro che se ne servì donandogli la fortuna di alimentarla come corrispondente della Gi.Vi.Emme- prodotti di bellezza di Milano (rinominata poi Carlo Erba-Farmitalia), tra il 1946 e il ’60 a seguire qualche edizione del Giro d’Italia con la Carovana Pubblicitaria, allora tanto più in voga di oggi. Un’esperienza e un periodo che gli permise di conoscere giornalisti, corridori, tecnici de Mondo della bicicletta, frequentare famosi personaggi non solo di sport ma anche di cultura letteraria e musicale che l’arricchirono d’ interessi. Materia prima dei suoi scritti e ricordi, sia finiti in bella che rimasti in brutta. Indimenticabile poi l’incontro, seppur breve, con Coppi, del quale era un patito.

Una passione per il ciclismo che suggerì ai familiari di fargli la sorpresa – regalo per i suoi 90 anni nel 2015, di portarlo fuori strada a Castellania, paese natale di Copp invece che al mare dove gli avevano detto d’essere diretti.

Nello Bertellini aveva 95 anni ma non è morto di vecchiaia. Non ne avrebbe avuto tempo per la straordinaria rete d’interessi e d’amicizie che aveva tessuto con un filo di qualità “fuori dal comune” dovunque la vita l’ha portato. Nello sport ha servito anche la Scherma da volontario d’ufficio presso il Palazzo delle Federazioni, e con una passione pari solo al Ciclismo ha amato la Musica Classica e la Lirica da “patito” di Verdi. Sua è una “Breve Storia del Teatro alla Scala” per L’Esopo 2007 e “Parole e Musica-Omaggio a Giulio Confalonieri”, Vanni Scheiwiller, ed. 1995, presentato presso il Ridotto del Teatro alla Scala da Gianandrea Gavazzeni, Riccardo Malipiero, Giampiero Tintori.

Nello Bertellini aveva 95 anni, spesi bene. Per questo sarà sempre un piacere averlo conosciuto e ricordarlo.

Giuseppe Pratissoli

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Lutto - E' scomparso Nello Bertellini

Appassionato e scrittore di ciclismo. Tra i suoi lavori "Scrittori della bicicletta” e “Da Coppi a Merckx“. Aveva 95 anni.

Appassionato e scrittore di ciclismo. Tra i suoi lavori "Scrittori della bicicletta” e “Da Coppi a Merckx“. Aveva 95 anni.

Nello Bertellini non c’è più, è scomparso il 23 aprile. Con noi, a Milano dove abitava in via Pellegrino Rossi 36 con la moglie Vanna Gandini, 88 anni sposata 64 anni fa e, poco distante, la figlia Mara, il genero Giorgio Marco Ceroni, la nipote Silvia, i soli che, come in tutti i funerali di questo maledetto periodo di pandemia che stiamo attraversando, l’hanno accompagnato, lunedi 27 aprile, dall’Ospedale di Niguarda al Cimitero di Bruzzano, senza passare da casa. Era all’Ospedale dal 4 Aprile per una febbre sfociata in quella polmonite tipica di tutte le vittime del Coronavirus che non sono riuscite a guarire.

Aveva 95 anni. Era nato a Palidano, frazione di Gonzaga (Mantova). Per esigenze di lavoro del padre ferroviere s’era trasferito poi con la famiglia a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza). Poi il ritorno in Lombardia per esigenze proprie di lavoro dove s’è fermato anche in pensione.

Nello Bertellini non c’è più, ma rimane vivo nella rete di chi l’ha conosciuto e di chi l’avrebbe voluto conoscere prima (come Nino Viezzoli in un profilo che gli fece nel ’96) per apprezzarlo più a lungo come “ (…) gran signore, generoso, schivo, quasi timido, educato di un’educazione che ormai non è più di questi tempi, persona di vasta cultura edi molteplici interessi (…) ”. O come me che l’ho conosciuto negli anni 80 quando abitava a Bresso (Milano) e ho potuto disporre del suo 2° volume curato dedicato al ciclismo: “Scrittori della bicicletta”, Vallecchi ed. 1985, antologia di prose, poesie e opere grafiche, di grandi autori del passato anche dimenticati e autori contemporanei alcuni conosciuti di persona.

Volume che m’è servito come passaporto per entrare più facilmente nelle scuole elementari e medie per parlare della storia della bicicletta, di letteratura del ciclismo, organizzare qualche evento, premiare chi non si fermava solo al pedalare. Un’ antologia apprezzata anche dagli adulti, per tanti loro ricordi contemporanei scritti bene da letterati coi fiocchi.

Era la sua seconda ricerca. Che seguiva la prima: “Da Coppi a Merckx“ ed. Landoni 1977. Due ricerche che meriterebbero d’essere ristampate, se esaurite. Ne aveva in programma una terza “Ciclismo di ieri e di oggi attraverso i suoi maggiori protagonisti” come m’informava anticipandomi il titolo provvisorio e la prefazione in una lettera del 1989 ma che probabilmente sarà scoperta tra “gli incompiuti” nell’immenso suo archivio di libri, studi, memorie, collaborazioni, letture che ha lasciato in eredità a chi è rimasto, non solo come patrimonio, ma anche da finire di mettere a posto.

Una passione per il ciclismo che l’aveva indirizzato perfino nella scelta delle vacanze al mare, osservata per tutti gli inverni dal 1980 al 2014. Sulla Riviera Ligure, frequentata dai ciclisti e dalle corse che incominciarono ad appassionarlo dal 1935, quando per la prima volta col padre andò in bicicletta a vedere passare il Giro d’Italia. Da lì prese il via il desiderio di conoscere storie di corse e campioni, raccontarle da scrittore e raccoglierle da infaticabile lettore.

Una passione per il ciclismo riconosciuta anche sul lavoro che se ne servì donandogli la fortuna di alimentarla come corrispondente della Gi.Vi.Emme- prodotti di bellezza di Milano (rinominata poi Carlo Erba-Farmitalia), tra il 1946 e il ’60 a seguire qualche edizione del Giro d’Italia con la Carovana Pubblicitaria, allora tanto più in voga di oggi. Un’esperienza e un periodo che gli permise di conoscere giornalisti, corridori, tecnici de Mondo della bicicletta, frequentare famosi personaggi non solo di sport ma anche di cultura letteraria e musicale che l’arricchirono d’ interessi. Materia prima dei suoi scritti e ricordi, sia finiti in bella che rimasti in brutta. Indimenticabile poi l’incontro, seppur breve, con Coppi, del quale era un patito.

Una passione per il ciclismo che suggerì ai familiari di fargli la sorpresa - regalo per i suoi 90 anni nel 2015, di portarlo fuori strada a Castellania, paese natale di Copp invece che al mare dove gli avevano detto d’essere diretti.

Nello Bertellini aveva 95 anni ma non è morto di vecchiaia. Non ne avrebbe avuto tempo per la straordinaria rete d’interessi e d’amicizie che aveva tessuto con un filo di qualità “fuori dal comune” dovunque la vita l’ha portato. Nello sport ha servito anche la Scherma da volontario d’ufficio presso il Palazzo delle Federazioni, e con una passione pari solo al Ciclismo ha amato la Musica Classica e la Lirica da “patito” di Verdi. Sua è una “Breve Storia del Teatro alla Scala” per L’Esopo 2007 e “Parole e Musica-Omaggio a Giulio Confalonieri”, Vanni Scheiwiller, ed. 1995, presentato presso il Ridotto del Teatro alla Scala da Gianandrea Gavazzeni, Riccardo Malipiero, Giampiero Tintori.

Nello Bertellini aveva 95 anni, spesi bene. Per questo sarà sempre un piacere averlo conosciuto e ricordarlo.

Giuseppe Pratissoli

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Lutto - E' scomparso Nello Bertellini

Appassionato e scrittore di ciclismo. Tra i suoi lavori "Scrittori della bicicletta” e “Da Coppi a Merckx“. Aveva 95 anni.

Nello Bertellini non c’è più, è scomparso il 23 aprile. Con noi, a Milano dove abitava in via Pellegrino Rossi 36 con la moglie Vanna Gandini, 88 anni sposata 64 anni fa e, poco distante, la figlia Mara, il genero Giorgio Marco Ceroni, la nipote Silvia, i soli che, come in tutti i funerali di questo maledetto periodo di pandemia che stiamo attraversando, l’hanno accompagnato, lunedi 27 aprile, dall’Ospedale di Niguarda al Cimitero di Bruzzano, senza passare da casa. Era all’Ospedale dal 4 Aprile per una febbre sfociata in quella polmonite tipica di tutte le vittime del Coronavirus che non sono riuscite a guarire.

Aveva 95 anni. Era nato a Palidano, frazione di Gonzaga (Mantova). Per esigenze di lavoro del padre ferroviere s’era trasferito poi con la famiglia a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza). Poi il ritorno in Lombardia per esigenze proprie di lavoro dove s’è fermato anche in pensione.

Nello Bertellini non c’è più, ma rimane vivo nella rete di chi l’ha conosciuto e di chi l’avrebbe voluto conoscere prima (come Nino Viezzoli in un profilo che gli fece nel ’96) per apprezzarlo più a lungo come “ (…) gran signore, generoso, schivo, quasi timido, educato di un’educazione che ormai non è più di questi tempi, persona di vasta cultura edi molteplici interessi (…) ”. O come me che l’ho conosciuto negli anni 80 quando abitava a Bresso (Milano) e ho potuto disporre del suo 2° volume curato dedicato al ciclismo: “Scrittori della bicicletta”, Vallecchi ed. 1985, antologia di prose, poesie e opere grafiche, di grandi autori del passato anche dimenticati e autori contemporanei alcuni conosciuti di persona.

Volume che m’è servito come passaporto per entrare più facilmente nelle scuole elementari e medie per parlare della storia della bicicletta, di letteratura del ciclismo, organizzare qualche evento, premiare chi non si fermava solo al pedalare. Un’ antologia apprezzata anche dagli adulti, per tanti loro ricordi contemporanei scritti bene da letterati coi fiocchi.

Era la sua seconda ricerca. Che seguiva la prima: “Da Coppi a Merckx“ ed. Landoni 1977. Due ricerche che meriterebbero d’essere ristampate, se esaurite. Ne aveva in programma una terza “Ciclismo di ieri e di oggi attraverso i suoi maggiori protagonisti” come m’informava anticipandomi il titolo provvisorio e la prefazione in una lettera del 1989 ma che probabilmente sarà scoperta tra “gli incompiuti” nell’immenso suo archivio di libri, studi, memorie, collaborazioni, letture che ha lasciato in eredità a chi è rimasto, non solo come patrimonio, ma anche da finire di mettere a posto.

Una passione per il ciclismo che l’aveva indirizzato perfino nella scelta delle vacanze al mare, osservata per tutti gli inverni dal 1980 al 2014. Sulla Riviera Ligure, frequentata dai ciclisti e dalle corse che incominciarono ad appassionarlo dal 1935, quando per la prima volta col padre andò in bicicletta a vedere passare il Giro d’Italia. Da lì prese il via il desiderio di conoscere storie di corse e campioni, raccontarle da scrittore e raccoglierle da infaticabile lettore.

Una passione per il ciclismo riconosciuta anche sul lavoro che se ne servì donandogli la fortuna di alimentarla come corrispondente della Gi.Vi.Emme- prodotti di bellezza di Milano (rinominata poi Carlo Erba-Farmitalia), tra il 1946 e il ’60 a seguire qualche edizione del Giro d’Italia con la Carovana Pubblicitaria, allora tanto più in voga di oggi. Un’esperienza e un periodo che gli permise di conoscere giornalisti, corridori, tecnici de Mondo della bicicletta, frequentare famosi personaggi non solo di sport ma anche di cultura letteraria e musicale che l’arricchirono d’ interessi. Materia prima dei suoi scritti e ricordi, sia finiti in bella che rimasti in brutta. Indimenticabile poi l’incontro, seppur breve, con Coppi, del quale era un patito.

Una passione per il ciclismo che suggerì ai familiari di fargli la sorpresa - regalo per i suoi 90 anni nel 2015, di portarlo fuori strada a Castellania, paese natale di Copp invece che al mare dove gli avevano detto d’essere diretti.

Nello Bertellini aveva 95 anni ma non è morto di vecchiaia. Non ne avrebbe avuto tempo per la straordinaria rete d’interessi e d’amicizie che aveva tessuto con un filo di qualità “fuori dal comune” dovunque la vita l’ha portato. Nello sport ha servito anche la Scherma da volontario d’ufficio presso il Palazzo delle Federazioni, e con una passione pari solo al Ciclismo ha amato la Musica Classica e la Lirica da “patito” di Verdi. Sua è una “Breve Storia del Teatro alla Scala” per L’Esopo 2007 e “Parole e Musica-Omaggio a Giulio Confalonieri”, Vanni Scheiwiller, ed. 1995, presentato presso il Ridotto del Teatro alla Scala da Gianandrea Gavazzeni, Riccardo Malipiero, Giampiero Tintori.

Nello Bertellini aveva 95 anni, spesi bene. Per questo sarà sempre un piacere averlo conosciuto e ricordarlo.

Giuseppe Pratissoli

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