Nella omonima piazza a Firenze. L’inaugurazione prevista entro la fine del 2022

Firenze – Nel Giorno della Memoria il pensiero anche al grande campione fiorentino del pedale Gino Bartali dichiarato nel 2013 “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’olocausto. A tale proposito il Comitato Toscano di ciclismo ha scritto “Gino Bartali, Campione fra i giusti, Firenze e la Toscana non ti dimenticano”, ricordando con l’occasione che entro il 2022 sarà inaugurata a Firenze la statua di “Ginettaccio” nella piazza a lui intitolata e inaugurata nella zona del quartiere Gavinana nel 2004. Un progetto del quale fa parte anche il Comitato Regionale. Gino Bartali ricordiamo durante la Seconda guerra mondiale, si rese protagonista in favore di ebrei perseguitati a Firenze, collaborando con il rabbino e con l’Arcivescovo della città. In particolare, fece la spola tra Firenze e il convento francescano di Assisi trasportando, nascosti all’interno del telaio della sua bicicletta, documenti utili per fornire una nuova identità ai perseguitati, per consentire loro di espatriare.

Antonio Mannori


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Federazione Ciclistica Italiana





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Una statua per Gino Bartali

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Firenze - Nel Giorno della Memoria il pensiero anche al grande campione fiorentino del pedale Gino Bartali dichiarato nel 2013 “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’olocausto. A tale proposito il Comitato Toscano di ciclismo ha scritto “Gino Bartali, Campione fra i giusti, Firenze e la Toscana non ti dimenticano”, ricordando con l’occasione che entro il 2022 sarà inaugurata a Firenze la statua di “Ginettaccio” nella piazza a lui intitolata e inaugurata nella zona del quartiere Gavinana nel 2004. Un progetto del quale fa parte anche il Comitato Regionale. Gino Bartali ricordiamo durante la Seconda guerra mondiale, si rese protagonista in favore di ebrei perseguitati a Firenze, collaborando con il rabbino e con l’Arcivescovo della città. In particolare, fece la spola tra Firenze e il convento francescano di Assisi trasportando, nascosti all’interno del telaio della sua bicicletta, documenti utili per fornire una nuova identità ai perseguitati, per consentire loro di espatriare.

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Antonio Mannori