Ancora attacchi in salita per giovane sloveno che alla fine conquista la 9 frazione beffando sul traguardo Roglic e Hirschi. Roglic veste la maglia gialla. Aru abbandona.
La nona tappa del Tour è stata un calvario per Fabio Aru, che ha iniziato a soffrire sin dalle prime battute. Ha provato a resistere per una cinquantina di chilometri, poi la decisione di ritirarsi. Non andava, Fabio, e questo si era intuito da tempo. Non solo a questo Tour, ma da qualche settimana. Ha voluto comunque stringere i denti e provare a trovare la migliore condizione. Ci sarà tempo per analisi e commenti approfonditi, soprattutto dopo aver sentito dal diretto interessato cosa è accaduto. In questo momento non possiamo che prendere atto dell'uscita di scena di uno dei talenti migliori che il nostro ciclismo ha espresso in questi anni. La stagione è ancora (eccezionalmente) lunga: gli auguriamo di ritrovarsi quanto prima. Se non nel 2020, il prossimo anno, magari partendo con una nuova avventura.
La tappa che si è conclusa a Laruns, infarcita anche in questo caso di montagne (la seconda dei Pirenei) ha confermato quanto visto ieri: gli sloveni volano. Pogacar completa la sua scalata alla classifica generale, dopo le disavventure della settima frazione, e rende un po' meno amara la giornata della UAE che, a detta di Saronni in diretta RAI, contava molto su Aru come supporto allo sloveno per la classifica generale. Tadej beffa sul traguardo il connazionale (che conquista comunque la maglia gialla) e l'attaccante di giornata, lo svizzero Hirschi, in fuga da lontano e ripreso all'ultimo chilometro dai migliori (Pogacar, Bernal, Roglic e Landa).
Roglic si conferma al momento l'uomo più in forma e più forte. Ha strappato la maglia gialla a Yates, che ha perso le ruote dei cinque a pochi chilometri del termine dell'ultima salita, il Col de Marie Blanque quando l'ennesimo attacco di Pogacar ha alzato ulteriormente il ritmo. In difficoltà anche Quintana, brillante invece ieri.
Primoz si gode il giorno di riposo, domani, con le insegne del primato, con un vantaggio di 21" su Bernal, apparso rinfrancato rispetto al Peyresourde, 28" su Martin e 30" su Bardet.
Nella tappa deludente per i colori italiani, con l'abbandono di Aru, registriamo la fuga di Formolo insieme ad altri otto corridori a circa 100 km dal traguardo. (AU)
foto: © A.S.O./Alex Broadway