Il punto tecnico dei tre campioni italiani dopo gli ultimi appuntamenti e alla vigilia della corsa più importante della stagione.
Rappresentare la propria nazione in un campionato del mondo è un onore, farlo “in casa” è da pelle d'oca. L'emozione che gli azzurri proveranno a #Imola2020 sarà enorme, a confermarlo i nomi più rappresentativi della Squadra, chiamata storicamente così in ambito internazionale per la coesione del gruppo guidato dai Commissari Tecnici Davide Cassani ed Edoardo Salvoldi.
«La maglia azzurra è il sogno di ogni bambino italiano che inizia a praticare sport e anche dopo tanti anni di professionismo trasmette un brivido unico. Imola sarà un mondiale speciale per noi. Ricordo ancora l’emozione di correre a Firenze e anche in questa stagione straordinaria, con tutte le restrizioni del caso, darà uno stimolo in piú. Riguardo al percorso, voglio vederlo con attenzione prima di dare un riscontro. Nessun dubbio sul fatto che sia duro e imprevedibile. Sulla carta, a prescindere dalle caratteristiche, si presenta spettacolare e aperto a tante soluzioni» racconta Vincenzo Nibali, che conclusa la Tirreno-Adriatico disputata con la Trek-Segafredo oggi effettuerà la ricognizione del circuito iridato.
Lo Squalo, che in carriera ha saputo vincere tutti e tre i grandi giri (Tour de France 2014, Giro d'Italia 2013 e 2016, Vuelta a España 2010) ma anche classiche monumento (Il Lombardia 2015, Milano-Sanremo 2018) è tra i corridori più attesi dai tifosi che raggiungeranno l'Emilia Romagna e gli chiedono di migliore il 4° posto ottenuto in Toscana nel 2013, in occasione dell'ultima rassegna iridata ospitata dal Bel Paese.
«Un anno fa nello Yorkshire conquistai il bronzo dietro a Rohan Dennis (suo attuale compagno di squadra alla Ineos Grenadiers) e a Remco Evenepoel, a cui auguro di rimettersi dal grave infortunio in cui è incappato al Giro di Lombardia. Sono davvero felice che si sia riusciti a organizzare la rassegna iridata, a rischio dopo il forfait della Svizzera. Che si disputi in Italia è una motivazione extra e un piccolo vantaggio per chi come noi dovrà affrontare un viaggio breve. Dopo la corsa dei due mari andrò qualche giorno ad allenarmi in altura per arrivare a Imola nella miglior condizione possibile e prepararmi al meglio anche per il Giro d'Italia» dice Filippo Ganna, campione del mondo in carica dell'inseguimento individuale e detentore del record sui 4 km, che dopo aver vinto ieri la cronometro conclusiva della Tirreno-Adriatico ora punta deciso alla prova iridata contro il tempo.
Dal Giro d'Italia femminile, dove ha vestito la prima maglia rosa dell'edizione in corso, la leader della squadra femminile Elisa Longo Borghini analizza il tracciato iridato: «È molto duro, se quello di Aigle-Martigny era adatto a corridori super leggeri, agli scalatori puri, questo può far sognare in grande anche chi è più portato per le classiche. Le 2 salite di 2,7 km che noi dovremo affrontare 5 volte e gli uomini 9 hanno pendenze esigenti. La corsa sarà lunga e di conseguenza aperta a più soluzioni. Mi sembra adatta alle mie caratteristiche, per quanto riguarda le ambizioni dovremo vedere come io e le mie avversarie usciremo dal Giro Rosa. Il parco partenti sarà senz'altro di livello, lo spettacolo non mancherà. Indossare la maglia azzurra nel mondiale di casa sarà speciale. Ai tifosi italiani prometto di dare il massimo per portare la bandiera tricolore il più in alto possibile».
Nelle foto: Vincenzo Nibali a colloquio con il CT Cassani; Filippo Ganna in maglia tricolore; Elisa Longo Borghini in azione in maglia azzurra ai recenti Campionati Europei. (©BettiniPhoto / Imola2020)