Un sabato di festa nella sua Castiglion Fiorentino per il commissario tecnico della nazionale azzurra Daniele Bennati.
Un sabato di festa nella sua Castiglion Fiorentino per il commissario tecnico della nazionale azzurra Daniele Bennati. Elegante, sorridente dalle mani del sindaco della cittadina aretina e grande amante del pedale Mario Agnelli, ha infatti ricevuto il San Michele D’Oro prestigioso riconoscimento che arriva per Daniele dopo l’insediamento ufficiale a c.t. ai primi di novembre. Nel frattempo anche una prima riunione con tutti i tecnici della staff azzurro, la partita tra i ciclisti e gli ex allo stadio di Porcari, poi la presenza al 48° Giglio D’Oro a Pontenuovo d Calenzano.
“Siamo già in perenne movimento e lo sarà sempre più nelle prossime settimane. Abbiamo abbozzato i primi programmi in chiave azzurra che svilupperemo nei prossimi mesi. Ho accettato l’incarico ben sapendo dell’impegno che mi attendeva dopo aver avuto contatti mesi addietro con la Ineos Grenadiers e la Movistar dove ho gareggiato in passato. Per fortuna ho vicino a me collaboratori preziosi ed importanti ad iniziare da Mario Scirea collaboratore tecnico strada e crono, Marco Velo, c.t. crono strada senza dimenticare Roberto Amadio, il coordinatore delle squadre nazionali, con il quale ci conosciamo dai tempi in cui correvo con la maglia della Liquigas”.
– Come sarà impostato il lavoro.
“Per preparare il Campionato Europeo ed il Mondiale in Australia, la nazionale sarà impegnata in tante gare italiane. Cercherò anche di lavorare pensando a due grandi e inimitabili maestri che sono stati sull’ammiraglia azzurra, come Alfredo Martini e Franco Ballerini”.
– Al ciclismo italiano manca un uomo da gare a tappe.
“Sono d’accordo perché per le gare in linea e le classiche non siamo messi male, abbiamo corridori vincenti cito Colbrelli e Trentin, ma anche altri. Per le crono abbiamo un numero uno mondiale come Filippo Ganna, pensiamo anche a Sobrero e Affini. Per le corse a tappe dobbiamo pensare al dopo Nibali, unb grande campione che ha sulle spalle il peso di tante stagioni. Ma se guardiamo con attenzione nel gruppo qualcosa di promettente c’è, e quindi sono fiducioso”.
– Andrà in Australia a visionare il tracciato iridato?
“Speriamo che non cambi nulla, la pandemia c’è anche da quelle parti. Il percorso si dice che sia ricco di saliscendi e non facile con 280 chilometri in programma ed oltre tremila metri di dislivello”.
– Quest’anno niente Giro d’Italia in Toscana.
“Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Non è facile trovare i soldi per allestire arrivi di tappa o partenze. Nella nostra regione ci sono poi diverse altre gare professionisti, molte delle quali è vero che si svolgono da anni, ma oggi è più difficile per tutti garantirsi gli aspetti economici che occorrono. Quindi è inutile dare la colpa agli organizzatori della corsa rosa”.
– Daniele la maglia iridata manca da troppo in Italia.
“E farò di tutto lavorando a fondo con i collaboratori, per cercare di tornare a conquistare il titolo mondiale con un azzurro. Quando ci siamo confrontati, già dalla prima volta, con i vertici federali c’è stato subito un grande feeling. Non nascondo che fare il CT della Nazionale è sempre stata una mia grande aspirazione. Non pensavo e non credevo di rientrare nei piani del nuovo corso. Sono estremamente contento ed orgoglioso. Il ruolo di CT è di grande responsabilità ci si attende molto perché se anche sono arrivati negli anni passati tanti risultati, da troppo tempo manca il campionato mondiale. Non ho la bacchetta magica, ma farò di tutto per colmare questo buco. Non vedo l’ora di cominciare questa nuova avventura, la maglia azzurra va meritata e onorata. Posso assicurare che i nostri atleti, quando saranno chiamati, l’avranno meritata. Qual è il vantaggio di aver corso insieme a tanti corridori? Il modo di correre in questi anni è cambiato ed è più facile per me che ho appena smesso. Svantaggi? Non saprei… certo con alcuni sono amico, ma non credo che questo possa influire sulle scelte. Bisogna scegliere le due cose: amicizia e aspetto tecnico”.