Il presidente della Federazione in un’intervista all’ANSA analizza il momento attuale e le problematiche legate allo slittamento del calendario.
Il Comitato Organizzativo delle tappe ungheresi del Giro d’Italia, facendo seguito allo stato di emergenza dichiarato dal Governo ungherese a causa del diffondersi del contagio, ha annunciato l’impossibilità ad ospitare la partenza della Corsa Rosa. RCS Sport, in un comunicato ufficiale, ha annunciato, a sua volta, il posticipo della data del Giro d’Italia. La nuova data sarà annunciata non prima del 3 aprile, a scadenza del Decreto Governativo D.P.C.M. del 4 marzo 2020.
Il presidente Di Rocco, alla guida della FCI dal 2005, nonché vicepresidente UCI (Unione Ciclistica Internazionale), ha così risposto ai microfoni ANSA, dopo l’ufficializzazione del posticipo:
“Una notizia che attendevamo ed opportuna. Lo stato di emergenza è evidente non più solo in Italia ma in Europa: la zona della Catalogna è bloccata; da ieri anche le gare in Belgio e in Olanda. Siamo in costante contatto con Paolo Bellino e Mauro Vegni della direzione RCS, in attesa del 3 aprile quando scadrà il decreto governativo.
Tutto il ciclismo ha ottemperato da subito alle precauzioni previste dal decreto, compresi gli allenamenti, soprattutto nel mondo amatoriale. Comprendiamo che c’è tanta voglia di andare in bici ma è opportuno che tutti stiano a casa, in assoluto. Qualche eccezione viene fatta per i professionisti che svolgono questa attività come professione”.
“Il Giro d’Italia – sottolinea il presidente Di Rocco – è la festa dell’Italia. Spero che possa essere inserito in calendario il prima possibile. Sarebbe un messaggio di ottimismo ed entusiasmo per tutta la nazione. Pensare a maggio? Dobbiamo essere ottimisti ma è presto per dirlo. E’ inutile avventurarci in ipotesi, aspettiamo gli eventi”.
Riguardo il possibile slittamento ad autunno, il presidente ha precisato: “E’ molto difficile. Stando così le cose, nel mese di luglio c’è il Tour de France, poi le Olimpiadi e la Vuelta Espana. Sovrapporre due grandi giri è quasi impensabile proprio per avere una partecipazione buona. A seguire in calendario ci sono i campionati europei in Trentino e quelli del mondo in Svizzera, per cui è difficile. Si dovrebbe pensare al mese di ottobre ma è faticoso: si rischiano condizioni climatiche avverse soprattutto nelle tappe di montagna. E’ davvero difficile inserire una data in calendario. Per cui ci metteremo al lavoro appena le condizioni ce lo permetteranno. Oggi come oggi dobbiamo essere sereni e pensare come priorità alla salute dei cittadini, dei nostri ciclisti e più in generale di tutti gli sportivi.”