Il campione siciliano ha annunciato che alla fine della stagione chiuderà la sua straordinaria carriera.
Messina, 11 maggio 2022 – Nella giornata in cui un immenso Vincenzo Nibali ha annunciato che alla fine della stagione appenderà la bici al chiodo, Arnaud Démare (Groupama-FDJ) chiude a braccia alzate vincendo il duello in volata con Fernando Gaviria.
Al termine della tappa Nibali ha detto, visibilmente commosso e in diretta tv: “Penso sia giunto il momento di farmi da parte. Ho voluto aspettare che il Giro arrivasse a Messina, tra la mia famiglia e gli amici, per dare ufficialità di questa mia scelta. Prima o poi questo momento doveva arrivare, è tempo di dedicare più spazio a ciò che ho sacrificato in questi anni, la mia famiglia in primis”.
Il mondo del ciclismo e lo sport italiano avranno quindi una manciata di mesi per onorare degnamente l’addio alle corse di questo immenso campione, i cui meriti sportivi (ed umani, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo) rappresentano un passaggio fondamentale della narrazione sportiva nazionale del nuovo millennio. I giornali già in queste ore stanno ricordando le vittorie più importanti di Nibali, tra cui i ‘monumenti’ Sanremo e Lombardia (2 volte), i Giri e, soprattutto, il Tour 2014. Non solo questi; ma anche solo questi bastano a disegnare il profilo di un campione vero, al pari dei grandi del ciclismo eroico, classico e moderno, quando non esisteva la distinzione tra corridori di corse a tappe e quelli delle classiche.
Il merito maggiore di Nibali, a nostro avviso, è stato proprio quello di riportare il ciclista in una dimensione “globale”, impegnato con professionalità e abnegazione durante tutto l’anno; sempre disponibile per la Nazionale e la Maglia Azzurra, anche al termine di stagioni particolarmente intense e faticose. Dopo di lui la straordinaria ‘nouvelle vague’ rappresentata dai vari Pogacar, Van der Poel, Evenepoel sembra aver appreso al meglio questa sua lezione, questo ritorno all’origini, ad un ciclismo fatto di emozioni, coraggio, improvvisazione e con il gusto dell’impresa. Un ciclismo in grado di entusiasmare il pubblico e allargare i suoi confini di popolarità. Un esempio, quello dello Squalo, che vale anche per i tanti giovani corridori che hanno iniziato in questi anni a dare i primi colpi di pedale.
Per questo motivo oggi, più che mai, tutto il mondo del ciclismo, italiano e mondiale, non può che rivolgergli un grande, immenso, commosso “grazie!”.
Antonio Ungaro
foto La Press/RCS