Thomas Pidcock vince il titolo come da pronostico anche se vittima di una foratura. Buca anche l’azzurro, costretto a recuperare il tempo perduto senza però riuscire a prendersi una medaglia che avrebbe meritato per i valori visti oggi.
PARIGI – La delusione per un quarto posto contrasta con l’effimera soddisfazione di aver mostrato, oggi, di essere il più forte insieme al nuovo campione olimpico, il predestinato e pronosticato Thomas Pidcock. Luca Braidot ferma la sua rincorsa, nella gara più importante della carriera, al quarto posto, ma non può recriminare se non con la sorte, che l’ha appiedato al secondo giro. Lui e il britannico sono gli unici dei primi che hanno pagato il tributo con la fortuna, bucando a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro.
“La delusione è forte – ha detto subito dopo la gara – ma non posso farci nulla. Ho provato a recuperare il tempo perduto con la foratura e sono anche riuscito ad arrivare a pochi secondi dal podio. Ma è stata una gara tirata allo spasimo fin dalle prime battute, non ce l’ho fatta. Sono consapevole di aver fatto una prestazione fuori dall’ordinario, questo mi lascia ben sperare per il mondiale.. perché è giusto guardare avanti."
Il CT Mirko Celestino non fa drammi, ma si rende conto che oggi è sfumata una grande occasione. Aveva detto alla vigilia che le forature potevano condizionare la gara, per l’Italia del mountain bike è stato così: “Luca ha fatto una grande gara. Dopo la foratura ha mantenuto la giusta concentrazione e motivazione, senza perdersi d’animo. E’ stato bravo a restare legato a Pidcock quando anche il britannico ha forato e lanciato la sua rimonta. E’ risalito di posizioni fino ad arrivare a pochi secondi dal podio. Poi la stanchezza per una gara velocissima ha avuto la meglio. Peccato. Oggi ha dimostrato che la piazza d’onore era sua, perché contro il britannico è praticamente impossibile gareggiare.”
LA GARA – Partono bene gli azzurri, con Braidot che si accoda ai primi, Avondetto subito dopo. Nel primo giro fase di assestamento con la coppia svizzera a fare l’andatura, ma è un fuoco di paglia. Nel secondo giro lancia l’attacco Pidcock proprio mente Braidot è appiedato da una foratura. Gli resiste il solo Koretzky, mentre il resto del gruppo si sfilaccia.
Nel corso del secondo giro buca anche l’inglese, che viene rimbalzato indietro di una 40” e si ritrova a pedalare insieme all’azzurro, bravo a non demoralizzarsi e a rimanere nella gara. Il francese si invola, seguito ad una decina di secondi dal sudafricano Hatherly. Segue un gruppetto, a circa 35”, formato da Pidcock, Braidot, Flueckiger e i primi dell’ordine di arrivo.
A tre giri dalla fine l’inglese apre ancora in gas, lasciandosi dietro tutti tranne lo svizzero e l’italiano. Mentre l’inglese recupera prima Hatherly e poi Koretzky, l’azzurro lascia al suo destino lo svizzero e si mette alla caccia del podio. Ad un giro alla conclusione viaggia ad una decina di secondi dal terzetto di testa. Quando però comincia la lotta tra il primo e il secondo dell’ordine di arrivo si alza l’andatura e la sfida per il podio si riduce ai primi tre. Diciannovesimo posto per Simone Avondetto, a 4’30” dal primo.
(Foto Sprint Cycling)