Successo per il 32enne di Bolzano che lancia l’attacco decisivo dopo oltre 90 chilometri di gara. Gran piazzamento per l’azzurra nella gara vinta dalla spagnola Fischer. Brava Sandra Meirhofer, quarta.

JABLONNÉ V PODJESTEDI – Il Nord della Repubblica Ceca evidentemente porta fortuna a Mirko Celestino che da queste parti (per la precisione a Trutnov) nel 1995 si laureò campione alla prima edizione dei Campionati Europei (U23 strada). A distanza di 27 anni il tecnico ligure raccoglie un nuovo titolo continentale, questa volta come direttore di orchestra di una Nazionale, quella del Marathon, che torna da Jablonné V Podjestedi anche con una medaglia di bronzo. Autori di questa splendida giornata per l’Italia del ciclismo offroad sono Fabian Rabensteiner e Claudia Peretti.

La prima medaglia conquistata è quella della 24enne di Borgomanero. L’azzurra per metà gara tiene il ritmo delle prime, la vincitrice Natalia Fischer (Spa) e la svizzera Janina Wust, pedalando insieme con Sandra Meirhofer, che chiuderà poi quarta, per una prestazione di squadra da applausi. Il CT aveva raccomandato alla vigilia di restare coperti nella prima parte e così è stato. Le azzurre insieme scavano un solco con le inseguitrici. Racconta la stessa Peretti: “Sono andate subito via la spagnola e la svizzera. Abbiamo fatto gioco di squadra io e Sandra, dandoci il ritmo. Poi nella seconda parte, sulla salita più difficile, ho visto che Sandra non teneva e sono andata via del mio passo. Ho fatto la seconda parte da sola; ed è andata bene”. Grande soddisfazione per questa giovanissima che si avvia a raccogliere la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie delle Produzioni animali “il prossimo anno spero di chiudere”. Il suo miglior risultato, in questa stagione, è stato il successo nella Ortler. Adesso? “I campionati italiani di specialità e poi i Mondiali.. non mi voglio fermare!”.

Soddisfatta anche Sandra Mairhofer: “Il percorso non era proprio adatto a me.. sono contenta per il piazamento e perché sono riuscita a dare il mio contributo alla medaglia di Claudia”.

Anche se nel fuoristrada il ‘gioco di squadra’ è sempre un concetto vago, le Nazionali italiane oggi si sono distinte per lo spirito con il quale hanno interpretato la corsa. Prova ne è Massimo Rosa (fratello del prof Diego) che, una volta tagliato il traguardo in 24° posizione ha commentato: “Siamo riusciti per un po’ a dare una mano a Fabian. Ad un certo punto ci ha detto che si sentiva in condizione e ci ha chiesto di dettare un’andatura costante. Abbiamo fatto quello che potevamo, poi il caldo e il ritmo imposto dai migliori hanno fatto la selezione.”

Anche in questo caso gli azzurri pedalano coperti nella prima parte, cercando di controllare per quanto possibile la gara. Quando i ritmi si alzano, dopo la metà, la selezione vede in testa un gruppetto con dentro anche Fabian Rabensteiner, 32 anni, di Vilandro (Bz). E’ lui l’uomo più atteso degli azzurri e interpreta il ruolo perfettamente. “E’ stata una gara durissima. Sulla salita più lunga ho accelerato. Siamo rimasti in pochi: i corridori di casa, il polacco Lukasik e lo svizzero Stutzmann. Io mi sentivo bene. Piano piano si sono staccatati tutti. A meno 4, su uno strappo che sapevo poteva far male, ho provato. Non ne avevo, anche per il caldo che verso la fine è diventato pressante. Avevo però notato che Krzysztof quando tirava in salita faceva poca differenza. Su quella salita, anche in debito di ossigeno, mi sono detto ‘adesso’!’”.

Il bolzanino taglia il traguardo sollevando la bici al cielo, in 3h53’30”, con una trentina di secondi sul polacco Lukasik. Più staccato l’idolo locale Jaroslav Kulhavy che era partito con i favori del pronostico, e che guida un terzetto di atleti cechi.

Fabian Rabensteiner ha iniziato ad andare in bici nel 2008. Corre per il team Wilier Pirelli Factory. Campione italiano Marathon nel 2021, con questa maglia coglie il risultato più importante della sua carriera: “Adesso la Dolomiti Superbike e poi inizio a pensare al Mondiale…”.

Soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti, il CT Mirko Celestino: “Sono contento, per Fabian, Claudia e per tutti i ragazzi che oggi hanno corso onorando la maglia. Un applauso anche a chi, come Cristian Cominelli, non è stato bene e ha pagato caldo e ritmo. E’ un bel gruppo e in gara si è visto. Abbiamo anticipato la partenza, arrivando qui con qualche giorno di anticipo, perché sapevamo che per un Europeo come questo bisognava preparare le cose con calma. Adesso guardiamo avanti, ai prossimi appuntamenti. La stagione è iniziata bene. E’ giusto che si continui su questa strada.”.

Il piazzamento degli altri Azzurri: 23° Nicolas Samparisi; 24° Massimo Rosa; 30° Domenico Valerio; 55° Stefano Valdrighi; 56° Jacopo Billi; 85° Cristian Cominelli; Riccardo Chiarini, rit.

Antonio Ungaro



Federciclismo

Federazione Ciclistica Italiana





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Europei XCM - Rabensteiner sul tetto d'Europa. Peretti che bronzo!

Successo per il 32enne di Bolzano che lancia l'attacco decisivo dopo oltre 90 chilometri di gara. Gran piazzamento per l'azzurra nella gara vinta dalla spagnola Fischer. Brava Sandra Meirhofer, quarta.

Successo per il 32enne di Bolzano che lancia l'attacco decisivo dopo oltre 90 chilometri di gara. Gran piazzamento per l'azzurra nella gara vinta dalla spagnola Fischer. Brava Sandra Meirhofer, quarta.

JABLONNÉ V PODJESTEDI - Il Nord della Repubblica Ceca evidentemente porta fortuna a Mirko Celestino che da queste parti (per la precisione a Trutnov) nel 1995 si laureò campione alla prima edizione dei Campionati Europei (U23 strada). A distanza di 27 anni il tecnico ligure raccoglie un nuovo titolo continentale, questa volta come direttore di orchestra di una Nazionale, quella del Marathon, che torna da Jablonné V Podjestedi anche con una medaglia di bronzo. Autori di questa splendida giornata per l’Italia del ciclismo offroad sono Fabian Rabensteiner e Claudia Peretti.

La prima medaglia conquistata è quella della 24enne di Borgomanero. L’azzurra per metà gara tiene il ritmo delle prime, la vincitrice Natalia Fischer (Spa) e la svizzera Janina Wust, pedalando insieme con Sandra Meirhofer, che chiuderà poi quarta, per una prestazione di squadra da applausi. Il CT aveva raccomandato alla vigilia di restare coperti nella prima parte e così è stato. Le azzurre insieme scavano un solco con le inseguitrici. Racconta la stessa Peretti: “Sono andate subito via la spagnola e la svizzera. Abbiamo fatto gioco di squadra io e Sandra, dandoci il ritmo. Poi nella seconda parte, sulla salita più difficile, ho visto che Sandra non teneva e sono andata via del mio passo. Ho fatto la seconda parte da sola; ed è andata bene”. Grande soddisfazione per questa giovanissima che si avvia a raccogliere la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie delle Produzioni animali “il prossimo anno spero di chiudere”. Il suo miglior risultato, in questa stagione, è stato il successo nella Ortler. Adesso? “I campionati italiani di specialità e poi i Mondiali.. non mi voglio fermare!”.

Soddisfatta anche Sandra Mairhofer: “Il percorso non era proprio adatto a me.. sono contenta per il piazamento e perché sono riuscita a dare il mio contributo alla medaglia di Claudia”.

Anche se nel fuoristrada il ‘gioco di squadra’ è sempre un concetto vago, le Nazionali italiane oggi si sono distinte per lo spirito con il quale hanno interpretato la corsa. Prova ne è Massimo Rosa (fratello del prof Diego) che, una volta tagliato il traguardo in 24° posizione ha commentato: “Siamo riusciti per un po’ a dare una mano a Fabian. Ad un certo punto ci ha detto che si sentiva in condizione e ci ha chiesto di dettare un'andatura costante. Abbiamo fatto quello che potevamo, poi il caldo e il ritmo imposto dai migliori hanno fatto la selezione.”

Anche in questo caso gli azzurri pedalano coperti nella prima parte, cercando di controllare per quanto possibile la gara. Quando i ritmi si alzano, dopo la metà, la selezione vede in testa un gruppetto con dentro anche Fabian Rabensteiner, 32 anni, di Vilandro (Bz). E’ lui l’uomo più atteso degli azzurri e interpreta il ruolo perfettamente. “E’ stata una gara durissima. Sulla salita più lunga ho accelerato. Siamo rimasti in pochi: i corridori di casa, il polacco Lukasik e lo svizzero Stutzmann. Io mi sentivo bene. Piano piano si sono staccatati tutti. A meno 4, su uno strappo che sapevo poteva far male, ho provato. Non ne avevo, anche per il caldo che verso la fine è diventato pressante. Avevo però notato che Krzysztof quando tirava in salita faceva poca differenza. Su quella salita, anche in debito di ossigeno, mi sono detto ‘adesso’!'”.

Il bolzanino taglia il traguardo sollevando la bici al cielo, in 3h53’30”, con una trentina di secondi sul polacco Lukasik. Più staccato l’idolo locale Jaroslav Kulhavy che era partito con i favori del pronostico, e che guida un terzetto di atleti cechi.

Fabian Rabensteiner ha iniziato ad andare in bici nel 2008. Corre per il team Wilier Pirelli Factory. Campione italiano Marathon nel 2021, con questa maglia coglie il risultato più importante della sua carriera: “Adesso la Dolomiti Superbike e poi inizio a pensare al Mondiale…”.

Soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti, il CT Mirko Celestino: “Sono contento, per Fabian, Claudia e per tutti i ragazzi che oggi hanno corso onorando la maglia. Un applauso anche a chi, come Cristian Cominelli, non è stato bene e ha pagato caldo e ritmo. E’ un bel gruppo e in gara si è visto. Abbiamo anticipato la partenza, arrivando qui con qualche giorno di anticipo, perché sapevamo che per un Europeo come questo bisognava preparare le cose con calma. Adesso guardiamo avanti, ai prossimi appuntamenti. La stagione è iniziata bene. E’ giusto che si continui su questa strada.”.

Il piazzamento degli altri Azzurri: 23° Nicolas Samparisi; 24° Massimo Rosa; 30° Domenico Valerio; 55° Stefano Valdrighi; 56° Jacopo Billi; 85° Cristian Cominelli; Riccardo Chiarini, rit.

Antonio Ungaro



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Successo per il 32enne di Bolzano che lancia l'attacco decisivo dopo oltre 90 chilometri di gara. Gran piazzamento per l'azzurra nella gara vinta dalla spagnola Fischer. Brava Sandra Meirhofer, quarta.

JABLONNÉ V PODJESTEDI - Il Nord della Repubblica Ceca evidentemente porta fortuna a Mirko Celestino che da queste parti (per la precisione a Trutnov) nel 1995 si laureò campione alla prima edizione dei Campionati Europei (U23 strada). A distanza di 27 anni il tecnico ligure raccoglie un nuovo titolo continentale, questa volta come direttore di orchestra di una Nazionale, quella del Marathon, che torna da Jablonné V Podjestedi anche con una medaglia di bronzo. Autori di questa splendida giornata per l’Italia del ciclismo offroad sono Fabian Rabensteiner e Claudia Peretti.

La prima medaglia conquistata è quella della 24enne di Borgomanero. L’azzurra per metà gara tiene il ritmo delle prime, la vincitrice Natalia Fischer (Spa) e la svizzera Janina Wust, pedalando insieme con Sandra Meirhofer, che chiuderà poi quarta, per una prestazione di squadra da applausi. Il CT aveva raccomandato alla vigilia di restare coperti nella prima parte e così è stato. Le azzurre insieme scavano un solco con le inseguitrici. Racconta la stessa Peretti: “Sono andate subito via la spagnola e la svizzera. Abbiamo fatto gioco di squadra io e Sandra, dandoci il ritmo. Poi nella seconda parte, sulla salita più difficile, ho visto che Sandra non teneva e sono andata via del mio passo. Ho fatto la seconda parte da sola; ed è andata bene”. Grande soddisfazione per questa giovanissima che si avvia a raccogliere la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie delle Produzioni animali “il prossimo anno spero di chiudere”. Il suo miglior risultato, in questa stagione, è stato il successo nella Ortler. Adesso? “I campionati italiani di specialità e poi i Mondiali.. non mi voglio fermare!”.

Soddisfatta anche Sandra Mairhofer: “Il percorso non era proprio adatto a me.. sono contenta per il piazamento e perché sono riuscita a dare il mio contributo alla medaglia di Claudia”.

Anche se nel fuoristrada il ‘gioco di squadra’ è sempre un concetto vago, le Nazionali italiane oggi si sono distinte per lo spirito con il quale hanno interpretato la corsa. Prova ne è Massimo Rosa (fratello del prof Diego) che, una volta tagliato il traguardo in 24° posizione ha commentato: “Siamo riusciti per un po’ a dare una mano a Fabian. Ad un certo punto ci ha detto che si sentiva in condizione e ci ha chiesto di dettare un'andatura costante. Abbiamo fatto quello che potevamo, poi il caldo e il ritmo imposto dai migliori hanno fatto la selezione.”

Anche in questo caso gli azzurri pedalano coperti nella prima parte, cercando di controllare per quanto possibile la gara. Quando i ritmi si alzano, dopo la metà, la selezione vede in testa un gruppetto con dentro anche Fabian Rabensteiner, 32 anni, di Vilandro (Bz). E’ lui l’uomo più atteso degli azzurri e interpreta il ruolo perfettamente. “E’ stata una gara durissima. Sulla salita più lunga ho accelerato. Siamo rimasti in pochi: i corridori di casa, il polacco Lukasik e lo svizzero Stutzmann. Io mi sentivo bene. Piano piano si sono staccatati tutti. A meno 4, su uno strappo che sapevo poteva far male, ho provato. Non ne avevo, anche per il caldo che verso la fine è diventato pressante. Avevo però notato che Krzysztof quando tirava in salita faceva poca differenza. Su quella salita, anche in debito di ossigeno, mi sono detto ‘adesso’!'”.

Il bolzanino taglia il traguardo sollevando la bici al cielo, in 3h53’30”, con una trentina di secondi sul polacco Lukasik. Più staccato l’idolo locale Jaroslav Kulhavy che era partito con i favori del pronostico, e che guida un terzetto di atleti cechi.

Fabian Rabensteiner ha iniziato ad andare in bici nel 2008. Corre per il team Wilier Pirelli Factory. Campione italiano Marathon nel 2021, con questa maglia coglie il risultato più importante della sua carriera: “Adesso la Dolomiti Superbike e poi inizio a pensare al Mondiale…”.

Soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti, il CT Mirko Celestino: “Sono contento, per Fabian, Claudia e per tutti i ragazzi che oggi hanno corso onorando la maglia. Un applauso anche a chi, come Cristian Cominelli, non è stato bene e ha pagato caldo e ritmo. E’ un bel gruppo e in gara si è visto. Abbiamo anticipato la partenza, arrivando qui con qualche giorno di anticipo, perché sapevamo che per un Europeo come questo bisognava preparare le cose con calma. Adesso guardiamo avanti, ai prossimi appuntamenti. La stagione è iniziata bene. E’ giusto che si continui su questa strada.”.

Il piazzamento degli altri Azzurri: 23° Nicolas Samparisi; 24° Massimo Rosa; 30° Domenico Valerio; 55° Stefano Valdrighi; 56° Jacopo Billi; 85° Cristian Cominelli; Riccardo Chiarini, rit.

Antonio Ungaro