Si è spento oggi, all’ora di pranzo nella sua casa di Caselette, vicino a Torino, all’età di 89 anni. Tra i suoi successi un’Olimpiade e cinque titoli mondiali nell’inseguimento, di cui tre consecutivi da professionista.

E' stato senza dubbio il più forte inseguitore che l'Italia del ciclismo abbiamo mai avuto e l'unico (insieme a Riviere) a vestire la maglia iridata della specialità per tre volte consecutive. Si è spento oggi, all’ora di pranzo nella sua casa di Caselette, vicino a Torino, all’età di 89 anni, Guido Messina. Nel suo straordinario palmarés figurano anche un titolo olimpico (Helsinki 1952, nel quartetto), cinque titoli mondiali (due tra i dilettanti, tre tra i professionisti, dal 1954 al 1956) e sette maglie tricolori. Ma andava forte anche su strada e nel 1955 conquistò la maglia rosa al Giro d’Italia, vincendo con lieve distacco la prima tappa Milano-Torino. Da circa un anno, dopo la morte del romagnolo Minardi, era la maglia rosa più anziana vivente.

Come ricorda TuttoBici web oggi nel riportare la notizia, Messina era nato a Monreale il 4 gennaio 1931, nel 1947 arrivò a Torino con la valigia di cartone e con una bici scassata. «In Sicilia vincevo tutte le gare – raccontava – e allora un mio compaesano che era emigrato a Torino mi convinse a raggiungerlo per tentare la fortuna in bicicletta, offrendomi vitto e alloggio in cambio di un aiuto nella sua bottega da ciclista in Piazza Savoia».

Tra i professionisti, tra il 1954 e il 1962, ha difeso i colori di Frejus, Asborno, Ignis e Molteni. Vinse la sua prima maglia iridata nel 1948, a soli 17 anni, tra i dilettanti ai mondiali di Amsterdam. Nelle altre sue finali iridate ha superato campioni del calibro di Hugo Koblet e Jacques Anquetil. Il fiore all’occhiello della sua straordinaria carriera risale al 9 ottobre del ‘55 al Vigorelli di Milano in quella che venne definita “la sfida del secolo”. L’avversario si chiamava Fausto Coppi ed anche il Campionissimo fu costretto alla resa.

Il Presidente Di Rocco, a nome di tutto il mondo del ciclismo, esprime i sensi del più profondo cordoglio alla famiglia.


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Addio a Guido Messina, più forte inseguitore italiano di sempre

Si è spento oggi, all’ora di pranzo nella sua casa di Caselette, vicino a Torino, all’età di 89 anni. Tra i suoi successi un'Olimpiade e cinque titoli mondiali nell'inseguimento, di cui tre consecutivi da professionista.

Si è spento oggi, all’ora di pranzo nella sua casa di Caselette, vicino a Torino, all’età di 89 anni. Tra i suoi successi un'Olimpiade e cinque titoli mondiali nell'inseguimento, di cui tre consecutivi da professionista.

E' stato senza dubbio il più forte inseguitore che l'Italia del ciclismo abbiamo mai avuto e l'unico (insieme a Riviere) a vestire la maglia iridata della specialità per tre volte consecutive. Si è spento oggi, all’ora di pranzo nella sua casa di Caselette, vicino a Torino, all’età di 89 anni, Guido Messina. Nel suo straordinario palmarés figurano anche un titolo olimpico (Helsinki 1952, nel quartetto), cinque titoli mondiali (due tra i dilettanti, tre tra i professionisti, dal 1954 al 1956) e sette maglie tricolori. Ma andava forte anche su strada e nel 1955 conquistò la maglia rosa al Giro d’Italia, vincendo con lieve distacco la prima tappa Milano-Torino. Da circa un anno, dopo la morte del romagnolo Minardi, era la maglia rosa più anziana vivente.

Come ricorda TuttoBici web oggi nel riportare la notizia, Messina era nato a Monreale il 4 gennaio 1931, nel 1947 arrivò a Torino con la valigia di cartone e con una bici scassata. «In Sicilia vincevo tutte le gare - raccontava - e allora un mio compaesano che era emigrato a Torino mi convinse a raggiungerlo per tentare la fortuna in bicicletta, offrendomi vitto e alloggio in cambio di un aiuto nella sua bottega da ciclista in Piazza Savoia».

Tra i professionisti, tra il 1954 e il 1962, ha difeso i colori di Frejus, Asborno, Ignis e Molteni. Vinse la sua prima maglia iridata nel 1948, a soli 17 anni, tra i dilettanti ai mondiali di Amsterdam. Nelle altre sue finali iridate ha superato campioni del calibro di Hugo Koblet e Jacques Anquetil. Il fiore all’occhiello della sua straordinaria carriera risale al 9 ottobre del ‘55 al Vigorelli di Milano in quella che venne definita “la sfida del secolo”. L’avversario si chiamava Fausto Coppi ed anche il Campionissimo fu costretto alla resa.

Il Presidente Di Rocco, a nome di tutto il mondo del ciclismo, esprime i sensi del più profondo cordoglio alla famiglia.


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Si è spento oggi, all’ora di pranzo nella sua casa di Caselette, vicino a Torino, all’età di 89 anni. Tra i suoi successi un'Olimpiade e cinque titoli mondiali nell'inseguimento, di cui tre consecutivi da professionista.

E' stato senza dubbio il più forte inseguitore che l'Italia del ciclismo abbiamo mai avuto e l'unico (insieme a Riviere) a vestire la maglia iridata della specialità per tre volte consecutive. Si è spento oggi, all’ora di pranzo nella sua casa di Caselette, vicino a Torino, all’età di 89 anni, Guido Messina. Nel suo straordinario palmarés figurano anche un titolo olimpico (Helsinki 1952, nel quartetto), cinque titoli mondiali (due tra i dilettanti, tre tra i professionisti, dal 1954 al 1956) e sette maglie tricolori. Ma andava forte anche su strada e nel 1955 conquistò la maglia rosa al Giro d’Italia, vincendo con lieve distacco la prima tappa Milano-Torino. Da circa un anno, dopo la morte del romagnolo Minardi, era la maglia rosa più anziana vivente.

Come ricorda TuttoBici web oggi nel riportare la notizia, Messina era nato a Monreale il 4 gennaio 1931, nel 1947 arrivò a Torino con la valigia di cartone e con una bici scassata. «In Sicilia vincevo tutte le gare - raccontava - e allora un mio compaesano che era emigrato a Torino mi convinse a raggiungerlo per tentare la fortuna in bicicletta, offrendomi vitto e alloggio in cambio di un aiuto nella sua bottega da ciclista in Piazza Savoia».

Tra i professionisti, tra il 1954 e il 1962, ha difeso i colori di Frejus, Asborno, Ignis e Molteni. Vinse la sua prima maglia iridata nel 1948, a soli 17 anni, tra i dilettanti ai mondiali di Amsterdam. Nelle altre sue finali iridate ha superato campioni del calibro di Hugo Koblet e Jacques Anquetil. Il fiore all’occhiello della sua straordinaria carriera risale al 9 ottobre del ‘55 al Vigorelli di Milano in quella che venne definita “la sfida del secolo”. L’avversario si chiamava Fausto Coppi ed anche il Campionissimo fu costretto alla resa.

Il Presidente Di Rocco, a nome di tutto il mondo del ciclismo, esprime i sensi del più profondo cordoglio alla famiglia.