Aveva 87 anni l’ex presidente del Cc Canturino che portò Renzo Pozzi a conquistare il titolo di campione italiano
Se n'è andato Stanislao Angelo Cappelletti, 89 anni, "Past president" del Club ciclistico canturino. Nel 1972 aveva portato uno dei suoi atleti, Renzo Pozzi, a vincere il titolo italiano. Lascia i figli Daniela con Mauro, Alessandro con Roberta e gli amati nipoti Carolina, Carlotta, Niccolò e Lorenzo. Era malato da tempo e ricoverato alla Rsa "Garibaldi Pogliani" di Cantù. Esprime il proprio cordoglio l'attuale presidente del Club ciclistico canturino, Paolo Frigerio: «Era un imprenditore di valore che a un certo punto si è dedicato, secondo le sue possibilità, a sostenere con successo la squadra del Cc canturino». E aggiunge: «C'è una splendida fotografia che lo ritrae fuori dalla nostra storica sede, il bar della Reverzina di via Giulio Carcano, in mezzo alla squadra vincente. Alle sue spalle c'è Renzo Pozzi, che vinse il campionato italiano. I risultati ottenuti parlano da sé».
«Era di Vighizzolo ed era naturalmente portato a una visione policentrica della città – così lo ricorda l'ex presidente della società sportiva, l'architetto Antonio Borghi – Sicuramente ha nortato con sé alcuni elementi d'innovazione e di mutamento: perché già 40 o 50 anni fa non era facile in alcun modo organizzare una formazione ciclistica degna di questo nome».
«Perché la concorrenza era molta, per non dire spietata, non era facile stare in gara, ci voleva un'organizzazione ferrea. Quindi Stanislao o come tutti lo chiamavano Angelo ha segnato un'epoca ed è stato sicuramente all'altezza della situazione». «Cappelletti ha presieduto il Club ciclistico canturino nel 1972, anno in cui la società festeggiava il 70° di fondazione – ricorda lo storico della società Diego Beretta – Nello stesso anno Renzo Pozzi conquistava il titolo di campione d'Italia fra i dilettanti di III serie (oggijuniores), il primo titolo assoluto che entrava in società. Con una cerimonia particolare Pozzi a fine stagione donava la sua maglia alla Madonna del Ghisallo. Cappelletti ha avuto il merito di sostenere la società in maniera diretta, senza sponsorizzazioni, con 3 squadre: Dilettanti di III serie (con campioni come Pozzi e Antonio Fusi), Allievi ed Esordienti ».
«Ebbe la fortuna di coltivare atletidirilievocomePozzieFusi proprio perché aveva intuizioni felici – afferma Mauro Viotti, del direttivo della società – Fusi ad esempio vinse il titolo provinciale nel 1972 e poi ha fatto carriera, diventando anche commissario tecnico della nazionale. In ogni caso Cappelletti era per me come un padre». «Era una persona tenace e di valore, che ha sempre affrontato la vita a testa alta. Ci ha lasciato sicuramente un patrimonio d'insegnamenti anche se poi ha lasciato la società per approdare alla Comense».
(La Provincia)