Nacque il 14 aprile del 1900 presso l’Hotel de Russie, a Parigi, grazie al volere di cinque federazioni nazionali: Belgio, Francia, Italia, Stati Uniti d’America e Svizzera.
Oggi la Federazione Internazionale compie 120 anni. “Non è il momento di festeggiare in questo difficile periodo della pandemia di Covid-19 – ricorda la stessa UCI in una nota – durante la quale il ciclismo è stato costretto a fare una pausa. Ma questa crisi, come quelle precedenti, sarà presto superata e insieme potremo continuare a scrivere la storia di uno sport che ha ancora tanto da offrirci.”
La Federazione internazionale nacque il 14 aprile del 1900 presso l’Hotel de Russie, a Parigi, grazie al volere di cinque federazioni nazionali: Belgio, Francia, Italia, Stati Uniti d’America e Svizzera. Nella sua ultracentenaria storia, l'organizzazione ha contribuito alla storia sportiva della Olimpiadi scrivendo pagine indimenticabili ed epiche.
L’Italia ha sempre giocato un ruolo fondamentale all'interno della Federazione Internazionale, sin dalla sua nascita. Da questo punto di vista merita di essere ricordato come nel 1965 il CIO minacciò di escludere il ciclismo dai programmi dei Giochi per via della presenza dei professionisti. Alla guida allora della federazione internazionale c’era il presidentissimo Adriano Rodoni, che compì il miracolo di riuscire a trovare sostegno e voti per creare due federazioni separate, una per il ciclismo dilettantistico e l’altra per il ciclismo professionistico (rispettivamente FIAC e FICP, la prima con sede a Roma, la seconda in Lussemburgo) all’interno della stessa UCI. Questo permise al ciclismo di restare nella grande famiglia olimpica. Nel 1992 le due organizzazioni vennero riunificate.
Attualmente l’UCI conta 196 federazioni nazionale affiliate e regolamenta l’attività di numerose discipline, dalle storiche strada, pista e ciclocross, al mountain bike, bmx (nella versio race e freestyle) fino al ciclismo indoor.
Per celebrare questo anniversario l’UCI ha realizzato un video intitolato “120 anni in 120 secondi", che ripercorre le principali date della storia della competizione ciclistica, dimostrando che non ha mai smesso di evolversi, innivare ed evocare emozioni.
Il presidente Di Rocco, che in questo quadriennio olimpico è anche vicepresidente della stessa UCI, nel formalizzare, a nome di tutto il movimento, gli auguri alla UCI ricorda con orgoglio che l’Italia è stata tra le Federazioni costituenti e da sempre ha contribuito alla crescita e allo sviluppo della casa comune.