La festa si è svolta a Gardolo (Trento), sopra la cantina del campione. Lo hanno festeggiato una marea di ex professionisti, i figli, amici e parenti.
Celebrazione per i due record dell’ora abbattuti 40 anni fa da Francesco Moser. La festa si è svolta a Gardolo (Trento), sopra la cantina del campione. Lo hanno festeggiato una marea di ex professionisti, la compagna Mara Mosole, dopo la festa dei 90 anni del papà Remo, i figli di Francesco Carlo, Ignazio, Francesca con i nipoti Anna, Pietro, Chiara e il marito Francesco. L’hanno omaggiato gli ex colleghi Dino Zandegù, Michele Dancelli, il suo compaesano Gilberto Simoni, Gianni Motta e il fratello Diego. La bici del 51,151 in primo piano.
“Il 19 gennaio 1984 a Città del Messico crolla il record dell’ora di Eddy Merckx, fissato a 49,431 km: il ciclista Francesco Moser, grazie ad una bicicletta con ruote lenticolari, porta il primato a 50,808 km. Il ciclismo era entrato in una nuova era – scrive nel suo profilo Facebook Luca Zaia, governatore del Regione Veneto per ricordare il doppio evento, che considera Francesco Moser veneto d’adozione – dopo quattro giorni il campione trentino migliora il primato elevandolo a 51,151 km, limite che resiste fino al 17 luglio 1993, quando il britannico Graeme Obree percorre 51,596 km ad Hamar in Norvegia. La ruota lenticolare è una struttura solida a forma di lente che permette di migliorarne l’aerodinamicità. Il suo utilizzo, dopo il record di Moser e l’oro dell’Italia nella 100 km alle Olimpiadi di Los Angeles, è consentito dall’Unione Ciclistica Internazionale solo nelle gare a cronometro e nel ciclismo su pista”.
I trevigiani Gabriele Tonon e Beppo Tonon, fratelli, hanno voluto omaggiare Francesco Moser. Gabriele, titolare del Borgo della Birra, con un quadro di Vico Calabrò, artista vicentino. Giuseppe, titolare del ristorante-gelateria Ca’ Lozzio di Oderzo (Treviso), ha voluto donargli la zucca del record da lui scolpita. Beppo Tonon è stato capitano della nazionale dei gelatai più volte campione del mondo. E tra campioni ci s’intende.
Sandro Bolognini