Le dichiarazioni del Presidente Gianni Bugno e del segretario generale Laura Mora

La pandemia globale con cui ci stiamo confrontando sta causando numerose vittime e gravi danni all’economia mondiale. Il Coronavirus, purtroppo, non conosce confini e sta mettendo a dura prova l’intera società. Di fronte a questa sfida inattesa l’Associazione Internazionale dei Corridori sta operando per tutelare la salute e gli interessi dei propri associati sparsi in tutto il mondo.

«Siamo consapevoli delle difficoltà che possono incontrare gli sponsor e le squadre in questa situazione di emergenza, restiamo all’ascolto e disposti a trovare anche dei compromessi per il bene dell’intero movimento, ma nello stesso tempo vigiliamo per evitare eventuali speculazioni e operiamo per limitare i disagi che stanno incontrando i corridori e le loro famiglie» spiega il presidente del CPA Gianni Bugno.

«Accettiamo l’elasticità chiesta dall’AIGCP, ma naturalmente i regolamenti dovranno essere rispettati. Non è accettabile la decurtazione importante dei salari senza fornire le prove che attestino l’incapacità al rispetto dei contratti. Ed è auspicabile che tutti cercheremo le migliori soluzioni per non lasciare a piedi atleti, membri del personale e in generale tutte le persone che vivono di ciclismo» prosegue il due volte campione del mondo.

I rappresentanti dei corridori stanno partecipando a tutte le riunioni convocate dall’UCI e che riuniscono i vari stakeholders del movimento. Laura Mora, segretario generale del CPA, in prima linea in questa emergenza sottolinea una novità importante: «Per la prima volta stiamo collaborando al fianco degli agenti dei corridori, abbiamo creato un nostro gruppo di lavoro interno per muoverci all’unisono. In questa fase, perché nessuno ci rimetta o guadagni stipulando accordi a scapito di altri, c’è l’esigenza di un comportamento comune. Come detto, non accetteremo mai una generale riduzione degli stipendi, valuteremo i singoli casi e studieremo come arginare i problemi con aiuti o piani di diverso tipo. Siamo sulla stessa barca, in un mare in tempesta, per salvarci dobbiamo rispettare principi comuni e fare lavoro di squadra, per davvero» .


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CPA: Nell'emergenza Covid-19 il ciclismo deve fare squadra

Le dichiarazioni del Presidente Gianni Bugno e del segretario generale Laura Mora

Le dichiarazioni del Presidente Gianni Bugno e del segretario generale Laura Mora

La pandemia globale con cui ci stiamo confrontando sta causando numerose vittime e gravi danni all’economia mondiale. Il Coronavirus, purtroppo, non conosce confini e sta mettendo a dura prova l’intera società. Di fronte a questa sfida inattesa l’Associazione Internazionale dei Corridori sta operando per tutelare la salute e gli interessi dei propri associati sparsi in tutto il mondo.

«Siamo consapevoli delle difficoltà che possono incontrare gli sponsor e le squadre in questa situazione di emergenza, restiamo all’ascolto e disposti a trovare anche dei compromessi per il bene dell’intero movimento, ma nello stesso tempo vigiliamo per evitare eventuali speculazioni e operiamo per limitare i disagi che stanno incontrando i corridori e le loro famiglie» spiega il presidente del CPA Gianni Bugno.

«Accettiamo l’elasticità chiesta dall’AIGCP, ma naturalmente i regolamenti dovranno essere rispettati. Non è accettabile la decurtazione importante dei salari senza fornire le prove che attestino l’incapacità al rispetto dei contratti. Ed è auspicabile che tutti cercheremo le migliori soluzioni per non lasciare a piedi atleti, membri del personale e in generale tutte le persone che vivono di ciclismo» prosegue il due volte campione del mondo.

I rappresentanti dei corridori stanno partecipando a tutte le riunioni convocate dall’UCI e che riuniscono i vari stakeholders del movimento. Laura Mora, segretario generale del CPA, in prima linea in questa emergenza sottolinea una novità importante: «Per la prima volta stiamo collaborando al fianco degli agenti dei corridori, abbiamo creato un nostro gruppo di lavoro interno per muoverci all’unisono. In questa fase, perché nessuno ci rimetta o guadagni stipulando accordi a scapito di altri, c’è l’esigenza di un comportamento comune. Come detto, non accetteremo mai una generale riduzione degli stipendi, valuteremo i singoli casi e studieremo come arginare i problemi con aiuti o piani di diverso tipo. Siamo sulla stessa barca, in un mare in tempesta, per salvarci dobbiamo rispettare principi comuni e fare lavoro di squadra, per davvero» .


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La pandemia globale con cui ci stiamo confrontando sta causando numerose vittime e gravi danni all’economia mondiale. Il Coronavirus, purtroppo, non conosce confini e sta mettendo a dura prova l’intera società. Di fronte a questa sfida inattesa l’Associazione Internazionale dei Corridori sta operando per tutelare la salute e gli interessi dei propri associati sparsi in tutto il mondo.

«Siamo consapevoli delle difficoltà che possono incontrare gli sponsor e le squadre in questa situazione di emergenza, restiamo all’ascolto e disposti a trovare anche dei compromessi per il bene dell’intero movimento, ma nello stesso tempo vigiliamo per evitare eventuali speculazioni e operiamo per limitare i disagi che stanno incontrando i corridori e le loro famiglie» spiega il presidente del CPA Gianni Bugno.

«Accettiamo l’elasticità chiesta dall’AIGCP, ma naturalmente i regolamenti dovranno essere rispettati. Non è accettabile la decurtazione importante dei salari senza fornire le prove che attestino l’incapacità al rispetto dei contratti. Ed è auspicabile che tutti cercheremo le migliori soluzioni per non lasciare a piedi atleti, membri del personale e in generale tutte le persone che vivono di ciclismo» prosegue il due volte campione del mondo.

I rappresentanti dei corridori stanno partecipando a tutte le riunioni convocate dall’UCI e che riuniscono i vari stakeholders del movimento. Laura Mora, segretario generale del CPA, in prima linea in questa emergenza sottolinea una novità importante: «Per la prima volta stiamo collaborando al fianco degli agenti dei corridori, abbiamo creato un nostro gruppo di lavoro interno per muoverci all’unisono. In questa fase, perché nessuno ci rimetta o guadagni stipulando accordi a scapito di altri, c’è l’esigenza di un comportamento comune. Come detto, non accetteremo mai una generale riduzione degli stipendi, valuteremo i singoli casi e studieremo come arginare i problemi con aiuti o piani di diverso tipo. Siamo sulla stessa barca, in un mare in tempesta, per salvarci dobbiamo rispettare principi comuni e fare lavoro di squadra, per davvero» .