In occasione della 1111ª riunione della Giunta Nazionale CONI è stato assegnato il più alto riconoscimento dello sport al Leone del Mugello. Nel successivo Consiglio Nazionale intervento del presidente Dagnoni.
ROMA – Un altro riconoscimento per Gastone Nencini, indimenticabile e grande campione di ciclismo. La Giunta Nazionale del CONI riunita a Roma su proposta della Commissione Benemerenze ha assegnato il Collare d’Oro alla memoria per il “Leone del Mugello”, leggenda del ciclismo italiano, vincitore del Giro d’Italia nel 1957 e del Tour de France nel 1960. Si tratta della massima onorificenza sportiva del CONI, motivo di vanto e di orgoglio dell’Italia del pedale, e segnatamente della Toscana, la sua terra. In occasione del la successiva riunione del Consiglio Nazionale ha preso parte anche il presidente Dagnoni che ha ringraziato il presidente Malagò e tutto il Consiglio Nazionale per l'accoglienza e ha assicurato la massima collaborazione per il bene dello sport.
Nencini occorre ricordarlo, non ha avuto soltanto in carriera il grande merito di aver vinto le due gare a tappe mondiali più importanti, ma ha ottenuto tanti altri risultati, oltreché esempio di onestà, grinta, carattere. Un meraviglioso campione di ciclismo che fin da piccolo ebbe interesse per il ciclismo. Dopo una carriera di successi nelle categorie giovanili e da dilettante, determinato e grintoso come solo lui sapeva esprimersi durante le gare, Nencini fece il suo debutto tra i professionisti nel 1953 all’età di 23 anni cogliendo ottimi risultati. Naturalmente la gioia più grande fu quella che arrivo con il trionfo al Giro d’Italia nel 1957, dove precedette il francese Louison Bobet di 19' e il forlivese Ercole Baldini di 5’59”. In quella stagione Nencini disputò anche il Tour vincendo la tappa con i colli dell’Aubisque e del Tourmalet 24 ore dopo una caduta della quale portava i segni. Il medico di gara aveva consigliato il campione toscano a ritirarsi ma Gastone, indomito, volle proseguire e dopo essere rimasto staccato fu capace di una rimonta incredibile fino a vince sul traguardo di Pau. Nessuno ha mai capito dove Nencini riuscì a trovare le forze per compiere l’impresa, a parte la perseveranza, l’orgoglio, la tenacia e l’ambizione. L’altra immensa impresa e gioia al Parco dei Principi a Parigi dove trionfò nel “Tour de France” del 1960, anticipando lo spezzino Graziano Battistini, ed il belga Jan Adriaensens. Prima del successo un duello avvincente con il francese Roger Rivière, antagonista del toscano. Per seguire lo scatenato Nencini, uscì da una curva sbandando e andando a finire in un campo. Lo raccolsero che non sentiva più le gambe e sarebbe rimasto paralizzato sino alla morte. Nencini fu applaudito per la sua vittoria anche dal presidente francese, generale Charles De Gaulle ed al Parco dei Principi di Parigi dove celebrò il trionfo, volle che il mazzo di fiori venisse portato alla moglie di Roger Rivière che assisteva il marito degente all’ospedale. Due fulgide imprese ma numerose altre pagine sono state scritte dal “Leone del Mugello”.
L’augurio a questo punto è che si possa celebrare e festeggiare l’assegnazione del Collare d’Oro del CONI a Gastone Nencini, con una bella cerimonia, quando l’attuale situazione di emergenza sarà cessata e si potrà organizzare l’evento.
Antonio Mannori
In alto: Gastone Nencini, sotto: il presidente Dagnoni insieme a Carlo Mornati, Gabriele Gravina e Giovanni Malagò