Inaugurazione nuova sede della Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza l’11 ottobre 2024 a Bracciano
Perché amiamo i libri? Per tenerli in mano, sfogliare le pagine, sentirne l’odore, percepirne il peso, distinguere i caratteri. Per scoprire, conoscere, vivere le vite degli altri. Perché amiamo le collezioni? Per comporre una raccolta sentimentale e personale, per schierarsi per un autore o un genere o un editore, per cedere a tentazioni, sensazioni, empatie, per cominciare una propria catalogazione.
Perché amiamo costituire una biblioteca? Per accettare una sfida, per fermare il tempo, per dare un senso alla scrittura e alla lettura, per creare uno spazio di lettura ideale, per dare una sosta – magari solo temporanea – ai libri che viaggiano di mano in mano, per custodire e diffondere, studiare e tramandare, riconoscere e ritrovare i libri preferiti. Per capire cosa leggono gli altri e perché.
Perché amiamo la nostra biblioteca domestica? Per ospitare gli autori e i generi preferiti, per renderla elastica, rinnovabile, ricomponibile, per avere il mondo in una stanza.
Perché una biblioteca della bicicletta? Perché la bicicletta ci accompagna da bambini e da nonni, a scuola e al lavoro, nei viaggi e nei sogni, nelle sensazioni e nelle fatiche, in città e in montagna. La bicicletta è per tutti, piccoli e grandi, ciclisti e ciclolettori, professionisti e dilettanti, appassionati e amatori, gregari e campioni nella vita. Manuali, guide, romanzi, saggi, poesie, biografie, enciclopedie…
La Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza è una biblioteca privata dell’associazione Ti con Zero ETS, nata nel 2013 e che dal 2023 fa parte del Polo Bibliotecario DDS – Istituto Centrale del Beni Sonori e Audiovisivi. L’11 ottobre si inaugura la sede a Bracciano in via Pedacchiola 4, alle 10 per il liceo Ignazio Vian di Bracciano e alle 18 per tutti con “Staffette e fughe”. Un incontro con musica dal vivo dedicato a corridori singolari: gli staffettisti. Erano partigiani, ma corridori. E combattevano, pedalando. In bicicletta ritiravano, trasportavano e consegnavano documenti falsi per dare una nuova identità e salvare gli ebrei perseguitati dalle leggi razziali, come faceva Gino Bartali. Oppure trasportavano armi, cibi, semplicemente messaggi, eludendo i blocchi dei fascisti, come facevano Alfredo Martini, Vittorio Seghezzi, Settimio Simonini o Renzo Zanazzi. Finita la guerra, sarebbero tornati alle corse, quelle di ciclismo. Più leggeri, più spensierati. Perché nulla, neanche la salita più dura, sarebbe stata così pericolosa, forse mortale.
Partecipano Marco Pastonesi, scrittore e giornalista sportivo, Dario Cavinato presidente Anpi, sezione di Bracciano, Luis Carlos Justi, oboe e Michele Frascà, chitarra.
www.bibliotecadellabicicletta.it
Ufficio stampa Ti con Zero