In occasione della ricorrenza, mercoledì 27 gennaio, il giornalista Adam Smulevich racconta su Sport Week come nacque l’istruttoria che portò Memoriale della Shoah di Gerusalemme a dichiarare il campione “Giusto tra le Nazioni”.
“Chi salva una vita salva il mondo intero” è il celebre passo talmudico che ha ispirato in questi anni l’opera del Memoriale della Shoah di Gerusalemme (Yad Vashem), che nel settembre del 2013 ha dichiarato Gino Bartali “Giusto tra le Nazioni”.
In occasione del Giorno della Memoria, mercoledì 27 gennaio, istituita a livello mondiale per ricordare l’abominio dei campi di concentramento e dello sterminio di massa perpetrato dalla ferocia nazista, Adam Smulevich su Sport Week di sabato scorso ricorda come è nata l’istruttoria che ha portato a quel riconoscimento.
Adam Smulevich è un giornalista che lavora nella redazione delle Comunità Ebraiche Italiane. Sul settimanale della Gazzetta racconta come ha conosciuto Giorgio Goldenberg: “Ho avuto il privilegio di conoscere una persona che al Gino nazionale deve tutto – scrive –. Al tempo delle persecuzioni era un giovane ebreo fiumano in fuga insieme alla sorellina e ai genitori… trovarono rifugio in un appartamentocantina di proprietà del campione.
Una storia rimasta inedita per oltre 65 anni. Fin quando cioè, nel dicembre del 2010, Giorgio me la raccontò in un’intervista per il mensile “Pagine ebraiche”, rilanciata poi con grande evidenza dalla Gazzetta dello Sport. Una svolta decisiva. Fino ad allora mancavano infatti testimonianze dirette.”
L’articolo di Smulevich continua ricordando la storia di Goldenberg e come questi, alla richiesta di mettere per iscritto la propria testimonianza, rispose: “certo, è davvero il minimo che possa fare”. Pochi giorni dopo la questione arrivava allo Yad Vashem.
Da quel 2013, giorno della dichiarazione, la figura di Gino Bartali si è arricchita di attestati e riconoscimenti. Due, tra i tanti, ci piace ricordare. L'essere stato preso ad esempio come traccia per il tema della maturità nel 2019 (qui la notizia), e la targa svelata a novembre di quest'anno al CONI in ricordo degli ebrei perseguitati dalle leggi razziali (qui). Testimonianze di un affetto e un rispetto che il mondo dello sport e tutto il Paese nutre nei suoi confronti.
Qui la pagina del Memoriale della Shoah dedicata a Bartali