Italiane ancora protagoniste nella corsa delle pietre: vince al canadese davanti alla 25enne vicentina, al suo miglior risultato in carriera. Nona Chiara Consonni. Applausi per Marta Bastianelli, alla sua ultima Roubaix.

La Parigi Roubaix non è mai banale. La terza edizione della regina delle classiche donne regala emozioni fino sotto il traguardo quando, nel velodromo André-Pétrieux, sfreccia Alison Jackson (Education TIBCO), in volata davanti a Katia Ragusa (Liv Racing) e alla belga Marthe Truyen (Fenix Deceuninck). Guidano un gruppetto di indomite fuggitrici della prima ora, al termine di una fuga di 130 chilometri.

Un epilogo che sicuramente non era nei pronostici della vigilia, ma le big si sono fatte sorprendere, poco dopo il via, dal tentativo di 18 attaccanti (tra cui le prime dell’ordine di arrivo), che ha accumulato un vantaggio di oltre 5’. Quando Lotte Kopecky e Elisa Longo Borghini (quelle che alla fine sembravano più accreditate anche per la condizione mostrata) si sono decise a forzare l’inseguimento, il vantaggio delle attaccanti è via via sceso. Sembrava che la fuga potesse concludersi ma una caduta della Longo Borghini ha trascinato per terra tutte le migliori, rimettendo in discussione la gara.

Negli ultimi trenta chilometri il gruppetto delle fuggitive, che aveva al suo interno anche le italiane Ragusa (Liv Racing) e Laura Tomasi (UAE ADQ) pian piano si è assottigliato. Restano in sei e si presentano nel velodromo storico di Roubaix con una decina di secondi sulle rientranti. Alison Jackson, l’unica che in alcuni momenti, nei chilometri finali, ha dato la sensazione di crederci ancora rilanciando spesso l’azione, esce ai trecento metri, con alla ruota la nostra Ragusa. Resiste al recupero e taglia il traguardo a braccia alzate.

La Roubaix femminile vede ancora protagoniste le italiane. Dopo il successo dello scorso anno di Elisa Longo Borghini, l’edizione odierna ha salutato, oltre ad una Ragusa abile nel dosare le forze e sfruttare le proprie capacità di pistard, anche una sfortunata Tomasi (caduta ad una decina di chilometri dalla fine), una bravissima Chiara Consonni (sempre tra le prime e nona al termine), Marta Bastianelli, che ha voluto onorare nel miglior modo possibile la sua ultima Roubaix, e l’indomita Elisa Longo Borghini, che ha provato fino alla fine a recuperare il distacco e lasciare, ancora una volta, il segno in quella che appare oggi più mai la sua gara. (au)

foto Bettini/SprintCyclingAgency©2023



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Parigi Roubaix Donne - Vince Jackson; Katia Ragusa è seconda

Italiane ancora protagoniste nella corsa delle pietre: vince al canadese davanti alla 25enne vicentina, al suo miglior risultato in carriera. Nona Chiara Consonni. Applausi per Marta Bastianelli, alla sua ultima Roubaix.

Italiane ancora protagoniste nella corsa delle pietre: vince al canadese davanti alla 25enne vicentina, al suo miglior risultato in carriera. Nona Chiara Consonni. Applausi per Marta Bastianelli, alla sua ultima Roubaix.

La Parigi Roubaix non è mai banale. La terza edizione della regina delle classiche donne regala emozioni fino sotto il traguardo quando, nel velodromo André-Pétrieux, sfreccia Alison Jackson (Education TIBCO), in volata davanti a Katia Ragusa (Liv Racing) e alla belga Marthe Truyen (Fenix Deceuninck). Guidano un gruppetto di indomite fuggitrici della prima ora, al termine di una fuga di 130 chilometri.

Un epilogo che sicuramente non era nei pronostici della vigilia, ma le big si sono fatte sorprendere, poco dopo il via, dal tentativo di 18 attaccanti (tra cui le prime dell’ordine di arrivo), che ha accumulato un vantaggio di oltre 5’. Quando Lotte Kopecky e Elisa Longo Borghini (quelle che alla fine sembravano più accreditate anche per la condizione mostrata) si sono decise a forzare l’inseguimento, il vantaggio delle attaccanti è via via sceso. Sembrava che la fuga potesse concludersi ma una caduta della Longo Borghini ha trascinato per terra tutte le migliori, rimettendo in discussione la gara.

Negli ultimi trenta chilometri il gruppetto delle fuggitive, che aveva al suo interno anche le italiane Ragusa (Liv Racing) e Laura Tomasi (UAE ADQ) pian piano si è assottigliato. Restano in sei e si presentano nel velodromo storico di Roubaix con una decina di secondi sulle rientranti. Alison Jackson, l’unica che in alcuni momenti, nei chilometri finali, ha dato la sensazione di crederci ancora rilanciando spesso l’azione, esce ai trecento metri, con alla ruota la nostra Ragusa. Resiste al recupero e taglia il traguardo a braccia alzate.

La Roubaix femminile vede ancora protagoniste le italiane. Dopo il successo dello scorso anno di Elisa Longo Borghini, l’edizione odierna ha salutato, oltre ad una Ragusa abile nel dosare le forze e sfruttare le proprie capacità di pistard, anche una sfortunata Tomasi (caduta ad una decina di chilometri dalla fine), una bravissima Chiara Consonni (sempre tra le prime e nona al termine), Marta Bastianelli, che ha voluto onorare nel miglior modo possibile la sua ultima Roubaix, e l’indomita Elisa Longo Borghini, che ha provato fino alla fine a recuperare il distacco e lasciare, ancora una volta, il segno in quella che appare oggi più mai la sua gara. (au)

foto Bettini/SprintCyclingAgency©2023



Paris Roubaix Femmes 2023

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Parigi Roubaix Donne - Vince Jackson; Katia Ragusa è seconda

Italiane ancora protagoniste nella corsa delle pietre: vince al canadese davanti alla 25enne vicentina, al suo miglior risultato in carriera. Nona Chiara Consonni. Applausi per Marta Bastianelli, alla sua ultima Roubaix.

La Parigi Roubaix non è mai banale. La terza edizione della regina delle classiche donne regala emozioni fino sotto il traguardo quando, nel velodromo André-Pétrieux, sfreccia Alison Jackson (Education TIBCO), in volata davanti a Katia Ragusa (Liv Racing) e alla belga Marthe Truyen (Fenix Deceuninck). Guidano un gruppetto di indomite fuggitrici della prima ora, al termine di una fuga di 130 chilometri.

Un epilogo che sicuramente non era nei pronostici della vigilia, ma le big si sono fatte sorprendere, poco dopo il via, dal tentativo di 18 attaccanti (tra cui le prime dell’ordine di arrivo), che ha accumulato un vantaggio di oltre 5’. Quando Lotte Kopecky e Elisa Longo Borghini (quelle che alla fine sembravano più accreditate anche per la condizione mostrata) si sono decise a forzare l’inseguimento, il vantaggio delle attaccanti è via via sceso. Sembrava che la fuga potesse concludersi ma una caduta della Longo Borghini ha trascinato per terra tutte le migliori, rimettendo in discussione la gara.

Negli ultimi trenta chilometri il gruppetto delle fuggitive, che aveva al suo interno anche le italiane Ragusa (Liv Racing) e Laura Tomasi (UAE ADQ) pian piano si è assottigliato. Restano in sei e si presentano nel velodromo storico di Roubaix con una decina di secondi sulle rientranti. Alison Jackson, l’unica che in alcuni momenti, nei chilometri finali, ha dato la sensazione di crederci ancora rilanciando spesso l’azione, esce ai trecento metri, con alla ruota la nostra Ragusa. Resiste al recupero e taglia il traguardo a braccia alzate.

La Roubaix femminile vede ancora protagoniste le italiane. Dopo il successo dello scorso anno di Elisa Longo Borghini, l’edizione odierna ha salutato, oltre ad una Ragusa abile nel dosare le forze e sfruttare le proprie capacità di pistard, anche una sfortunata Tomasi (caduta ad una decina di chilometri dalla fine), una bravissima Chiara Consonni (sempre tra le prime e nona al termine), Marta Bastianelli, che ha voluto onorare nel miglior modo possibile la sua ultima Roubaix, e l’indomita Elisa Longo Borghini, che ha provato fino alla fine a recuperare il distacco e lasciare, ancora una volta, il segno in quella che appare oggi più mai la sua gara. (au)

foto Bettini/SprintCyclingAgency©2023