Le dichiarazioni del campione del mondo in sala stampa dopo il trionfo di Bruges: i complimenti agli avversari, le difficoltà della vigilia, la gioia per un risultato cercato e trovato con tanto lavoro
BRUGES (19/9) – Filippo Ganna varca l'ingresso della sala stampa per la seconda volta nello spazio di un anno con la maglia iridata sulle spalle. Le ferre regole anticovid lo costringono, oggi come ad Imola, ad un ingresso separato dai giornalisti. Accanto a lui, ancora una volta Wout Van Aert, che si vede sfilare ancora la medaglia pregiata dal collo. Questa volta brucia di più perché a casa propria, davanti un pubblico pronto ai grandi festeggiamenti, strozzati invece in gola dall'impresa di Top Ganna.
Filippo è stanco: dopo una crono corsa alla media di quasi 60 orari ha appena affrontato anche un'altra ora di interviste in zona mista: è il destino del vincitore. La prima domanda gli permette di raccontare come è nata questa seconda maglia iridata nella crono, dopo i quattro titoli nell'inseguimento individuale e un titolo olimpico (con record del mondo) in quello a squadre.
"Abbiamo una grande squadra – un esordio che sarà anche il leit motiv di tutte le sue interviste -. Dopo il COVID e la vittoria di Imola abbiamo dovuto cambiare i nostri obiettivi. Alle Olimpiadi non sono andato solo per la pista ma anche per la crono. È stato difficile, perché avevo il calendario pieno di impegni, ma mi sono imposto di difendere il titolo iridato anche in Giappone e poi qui in Belgio. E' stata dura, ma sono contento di quello che ho fatto; poter mantenere la maglia è un grande onore."
– Quale differenze tra il tuo primo titolo nella crono e quello odierno?
"La prima maglia arcobaleno era arrivata in maniera inaspettata perché dopo il lockdown e con una preparazione improvvisata per quanto successo lo scorso anno nel mondo. Quest’anno, invece, ho accusato un po' la fatica, soprattutto mentalmente, per i troppi impegni. In particolare le Olimpiadi sono state dure. Sono rimasto concentrato e questa medaglia d’oro, così come quella dell’inseguimento a squadre, rappresenta uno dei ricordi più belli della mia carriera, anche e soprattutto per il lavoro che c'è stato dietro."
– Raccontaci la gara
"Una prova che è andata in crescendo. Dovevo chiudere subito il gap con Van Aert.. non è stata una gara facile ma partire piano e finire molto forte è stata la chiave per vincere. Devo ringraziare il lavoro svolto con il mio staff è tutta la Nazionale per come abbiamo preparato la prova. Alla base di tutto c'è stata una forte motivazione, soprattutto dopo aver visto la prestazione di Remco. Dopo l’Europeo, in cui non stavo al meglio, mi sono concentrato e preparato per questa gara e sono arrivato qui in Belgio con le gambe migliori."
– Quando hai capito che ce l'avresti fatta?
"Quando ho tagliato il traguardo avevo già capito di aver vinto. Durante il percorso le persone ai bordi facevano un tifo pazzesco.. ma non certo per me. Ero concentrato e ho percepito che stavo in rimonta. La stessa concentrazione adesso la metterò nelle gare future e agli imminenti appuntamenti su pista, europei e mondiali."
Filippo Ganna, seduto in mezzo ai due paladini del Belgio, non si può esimere da un parere sugli avversari: "Wout è un corridore forte e sempre competitivo, ma qua mi è sembrato particolarmente ispirato. Ce la siamo giocata sul filo dei secondi, abbiamo fatto una gara simile… Complimenti a lui e a Remco, abbiamo dato spettacolo e fatto una grande gara."
Gianluca Brutto – Antonio Ungaro
COMUNICAZIONE FCI
Nella foto (Bettini): i complimenti di Van Aert a Filippo Ganna subito dopo l'arrivo